“Relativə” ha preso forma dalla volontà di trovare un compromesso tra affidabilità, professionalità e disponibilità. Tra confine e accoglienza.
Scegliere il nome è stato un percorso interessante e difficile: volevamo un nome che riassumesse la nostra identità inclusiva, attenta al linguaggio, capace di prendersi cura dello spazio, dei suoi confini e di chi al suo interno sceglie di costruire delle relazioni. Costruire uno spazio accessibile da poter permettere di abbattere le barriere, valorizzando così la piena partecipazione attiva di chi lo attraversa.
Tutti abbiamo il diritto di sentirci parte di una comunità e di avere contesti relazionali dove poter imparare ad agire, a scegliere, dover poter iniziare a veder riconosciuto il proprio ruolo e la propria identità.

Il nostro principale obiettivo è quello di offrire uno spazio capace di accogliere i desideri e i bisogni delle persone che si rivolgono a noi, affinché possano scoprire, sviluppare o recuperare le proprie potenzialità, ritrovando così una condizione di armonia e soddisfazione nel proprio spazio di vita.

La “Rete Relativə” nasce come idea nel momento in cui inizia l’amicizia tra due colleghe psicologhe, nel 2015. Le strade erano ancora impervie, in salita, e faticavamo a vedere la fine e un sereno traguardo. Con il passare del tempo, la fiducia personale e professionale, in noi stesse e reciproca, sono cresciute e parallelamente abbiamo continuato a coltivare quell’idea.

Abbiamo fantasticato, sognato e qualche volta anche concretizzato un piccolo pezzo di quel grande sogno, che ogni tanto faceva capolino nei nostri pensieri. Abbiamo cominciato a comprendere che quando una volava troppo in alto, l’altra aveva il compito di riportarla alla realtà. Quando era necessario però, non sempre. Evolvendosi l’idea è diventata un progetto e ha iniziato a prendere forma e spessore, colore e sostanza.

Lungo la strada abbiamo incrociato colleghe e amiche di altre professioni, che ci hanno aiutate e supportate, con cui abbiamo condiviso obiettivi, intenti e desideri. E poi lo scabroso e doloroso primo lockdown del 2020 ci ha unite in riflessione su molte tematiche legate al momento. Nel congelamento di ogni tipo di progetto e nella sospensione di quel grottesco eterno presente, abbiamo deciso di dare un nome a quell’idea, a quel sogno, infine a questo progetto: relativə.